Sistema visivo

14 Novembre 2021
Cosa succede quando guardiamo?
Pensiamo che l’azione del vedere sia facile e automatica ma è molto più complesso di così. Possiamo descrivere brevemente il sistema visivo come "un congegno in grado di trasformare la luce in messaggi interpretabili” (Il colore della luna: come vediamo e perché, Paola Bressan).
Il nostro sistema visivo è formato da tre parti: l’occhio; le vie visive; e le aree visive del cervello. La luce, che contiene dati grezzi, entra nell’occhio che converte questi dati in un segnale elettrico, che a sua volta è spedito attraverso le vie visive (o fascio ottico) al cervello in un’area chiamata corteccia visiva primaria che smista il segnale inviandolo ad altre aree specializzate.
L'occhio

Di norma, l’occhio si può definire come “una sfera la cui superficie è rivestita da tre membrane concentriche: sclera, coroide e retina” (Il colore della luna: come vediamo e perché, Paola Bressan).
La sclera è quella che più comunemente chiamiamo la parte bianca dell’occhio, ovvero lo strato più esterno che circonda e mette in risalto l’iride (la parte colorata). La nostra sclera ha un’unicità rispetto a quella di altri primati che, a differenza dell’uomo, hanno una sclera poco esposta e dello stesso colore della pelle. Nella parte frontale dell’occhio la disposizione delle fibre cambia: la sclera, che diventa trasparente, prende il nome di cornea e, grazie alla sua densità diversa, fa sì che i raggi luminosi che la colpiscono subiscano una rifrazione. Al di sotto è presente una parte colorata detta iride. L’iride, che come le impronte digitali, è unica per ciascun individuo grazie alla presenza di striature irregolari, è composta da piccoli muscoli che si distendono e contraggono aprendo e chiudendo così la pupilla, che regola la quantità di luce che entra nell’occhio (esattamente come il diaframma in una macchina fotografica). La grandezza della pupilla può variare anche dal punto di vista emozionale (per esempio con l’interesse o la repulsione nei confronti dell’oggetto guardato) uno stesso volto ci sembrerà più attraente se ha le pupille dilatate perché percepiamo in lui un interesse nei nostri confronti. Dietro l’apertura pupillare è situato il cristallino, una sorta di lente la cui funzione è quella di variare i raggi luminosi e proiettarli al fondo dell’occhio. Sul fondo dell’occhio è presente una superficie chiamata retina (il nome è dovuto dalla composizione intricata, che fa pensare a una rete, dei vasi sanguigni presenti all’interno). La composizione della retina è stratiforme: nel primo strato troviamo i fotorecettori (cellule sensibili alla luce) che convertono gli stimoli luminosi in segnali elettrici; nel secondo strato sono presenti le cellule bipolari “che raccolgono i segnali provenienti dai fotorecettori e li trasmettono allo strato più esterno composto dalle cellule gangliari” (Il colore della luna: come vediamo e perché, Paola Bressan) ed è da qui che inizia il vero lavoro della visione. Gli occhi compiono un processo chiamato foveazione e serve per evitare che il cervello venga sommerso da troppe informazioni tutte assieme. Potreste aver notato che quando siete in una sensazione di pericolo il cervello si concentra maggiormente sugli stimoli visivi, proprio perché in un momento di pericolo il cervello ha bisogno della massima concentrazione per uscire dalla situazione nella quale si trova.La nostra visione si dimostra sempre di più un processo complesso, sensato e attivo perché è il cervello a decidere cosa fissare. Questa esplorazione avviene tramite tre movimenti dell’occhio: i primi due si chiamano saccadi e avvengono circa alla velocità di 900 gradi al secondo, durante la saccade la visione è soppressa e non viene inviato il segnale al cervello. L’occhio poi si ferma in quella che è chiamata fissazione che dura invece un decimo di secondo. Il terzo tipo di movimento, consistente in microsaccadi e simile a un tremolio costante, è un movimento che facciamo inconsapevolmente ed è essenziale per continuare a vedere le cose ferme. Per spiegare come mai il tremolio sia necessario per la visione di cose ferme, bisogna partire dal fatto che gli occhi sono progettati per individuare ciò che si muove: il tremolio serve quindi a far si che l’immagine, cambiando sempre posizione sulla retina, venga recepita dalle cellule come movimento.

Il cervello


Il cervello è composto da due emisferi che hanno funzioni diverse. Ogni emisfero si divide in lobi: parietale, occipitale, frontale e temporale. La visione è governata dall’occipitale e per altri aspetti dal temporale (come per l’udito), il parietale codifica la struttura del mondo esterno e le rappresentazioni tridimensionali mentre il frontale ha una funzione astratta perché vi risiedono le attività come il senso e la morale. I due emisferi sono connessi dal corpo calloso. Lo strato più superficiale è avvolto dalla corteccia cerebrale; le varie parti del cervello comunicano tramite vie nervose e tramite gli ormoni che raggiungono i recettori dei vari organi regolando l’attività di questi ultimi. Tutta l’attività ormonale è gestita dall’ipotalamo. Nello strato superficiale troviamo la neocorteccia che è altamente specializzata nella visione e nel linguaggio (qui si compongono queste strutture); alla base del cervello è contenuto il sistema limbico, l’ipotalamo e il tronco dell’encefalo (che regolano le funzioni vitali) e tra le varie parti che compongono il sistema limbico troviamo l’amigdala. L’amigdala riveste una grande importanza ai fini del nostro discorso: “tramite risonanza magnetica si è visto che l’amigdala reagisce ad un volto che esprime paura, ma se il volto sorride l’amigdala si calma” (Guardare, pensare, progettare; Riccardo Falcinelli). Questo dimostra che il rapporto con il mondo è per lo più emotivo. Dal punto di vista artistico, per esempio, un ritratto attiva in maniera diversa il cervello rispetto ad una natura morta. Oltre a queste attività nell’amigdala viene elaborato anche il piacere per il cibo e per il sesso. Ecco che questa conoscenza ci porta a un’altra domanda, che è molto importante per noi progettisti: che tipo di piacere è quello estetico? Come possiamo sfruttare queste conoscenze per una campagna di comunicazione o per la produzione di un oggetto?

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