Il linguaggio

23 Febbraio 2021
Nel linguaggio, il confine tra disegno e scrittura è per lo più disciplinare e gli usi che facciamo quando usiamo una penna o una matita, sono molteplici. Quando prendiamo appunti, scarabocchiamo per segnare dei concetti mettiamo in atto pratiche diverse che però hanno confini labili tra di loro. Le attività grafiche sono il modo in cui imprimiamo e organizziamo un pensiero su un foglio e questo apre una critica verso i mezzi moderni a cui ci affidiamo, cioè i computer. Scrivere, progettare, prendere appunti, abbozzare delle idee esclusivamente al computer (tablet o anche tavolette grafiche se vogliamo) ci porta a perdere esperienza su quella che è la libertà di pratiche miste della carta e della penna. Per un progettista nello specifico è fondamentale poter sperimentare più materiali, usi, tecniche possibili per creare un’idea, esprimere un pensiero e in generale comunicare efficacemente. Poter accartocciare un foglio di carta, strapparlo, sperimentarne la grana, o ancorala violenza o la delicatezza di un segno danno una libertà e una spazializzazione del pensiero. Gli usi misti e complessi che superano sia il mimetismo del disegno sia l’obbligo lineare della scrittura possono essere strumenti efficaci per la realizzazione di un idea o un concetto. Per fare ciò non è obbligatorio saper disegnare (intendendo con ciò disegnare in maniera artisticamente corretta e piacevole), poiché l’importate è tracciare segni che portino a “ragionare scrivendo” ovvero un momento fondamentale di qualsiasi progettazione, creando cioè una funzione illustrativa che serve a dare forma a un’idea o a un concetto.
Cosa succede
quando leggiamo?

Di solito di fronte a un testo impieghiamo meno di 250 millesimi di secondo per estrarre dalla parola il significato e le informazioni utili per il testo, indipendentemente dalla font usata perché siamo abituati a tantissime forme diverse di caratteri. In generale quando leggiamo non siamo concentrati sulle singole lettere ma sull’insieme della parola. Inoltre, nelle situazioni ambigue il cervello estrapola la parola in base al contesto questo tipo di studio ed esperimento è stato condotto da Lera Boroditsky, dottoressa psicologa alla Stanford University, che conduce esperimenti legati la linguaggio e al riconoscimento delle parole e delle frasi. Il nostro cervello è abituato a leggere molte forme di scrittura e non ha problemi a destreggiarsi tra le varie possibilità, motivo per cui possiamo leggere testi con font diversi. L’origine di questa trasversalità si attribuisce, secondo lo studioso di neuroscienze Stanislas Dehaene, a un riciclo neuronale messo in atto durante la lettura.Secondo studi recenti i neuroni che si attivano di fronte a una forma rispondono anche a una sua semplificazione: come abbiamo già detto i neuroni rispondono a porzioni di scena visiva (campi recettivi) e si attivano o inibiscono da determinati orientamenti, direzioni o colori; ora però sappiamo anche che possono rispondere a configurazioni complete.

Ci sono circa una decina di aree del cervello adibite alla lettura e operano per riconoscere visivamente i segni, per estrarre il significato e per integrare le parole nella frase per capirne il significato; nelle aree del cosa quindi ci sarebbe una regione “della forma visiva della parola” che si attiva difronte ai segni scritti e questo ci permette di riconoscere le non parole. Quest’area è uguale per tutti e si sviluppa man mano che progrediamo nella competenza della lettura: la velocità e l’abilità di lettura è quindi frutto di abitudine ed esperienza, per esempio di fronte a un testo di una disciplina a noi nota possiamo essere lettori veloci ma al momento in cui incontriamo un termine desueto a cui non siamo abituati o leggiamo un testo lontano dalle nostre competenze rallenteremo il processo di lettura. Oltre a questa dinamica, ci sono determinati neuroni che rispondono a una cosa vista sia di profilo sia di fronte; questi neuroni ci permettono di riconoscere le cose indipendentemente dalla loro posizione, ma nel processo di lettura creano delle problematiche come per esempio la difficoltà di riconoscere lettere specchiate (b d), difficoltà particolarmente forte per persone che soffrono di dislessia.
Grazie a queste conoscenze, dal punto di vista grafico, si è notato che i caratteri tradizionali graziati facilitino il processo di lettura di fronte a queste problematiche: ecco che di nuovo conoscenze neuroscientifiche possono aiutare il progettista a risolvere problematiche e a scegliere un tipo di font rispetto a un altro non concentrandosi solo sull’estetica a dispetto dell’efficienza.

Lettere ambigue. Il nostro cervello non ha problemi ad interpretareil segno centrale come una H o una A a seconda del contesto in cui èinserito.
Frasi ambigue. In questo caso percepiamo la frase JUMPING TO CONCLUSIONS ma la realtà è diversa.
Scrambled italian. Sembra un testo normale, e riusciamo a leggerlo senza problemi ma se ci soffermiamo sulle parole ci rendiamo conto le le lettere (tranne la prima e l’ultima) sono invertite.
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